Una comunicazione sana per relazioni sane

La comunicazione è il modo con cui gli individui si relazionano ed entrano in connessione gli uni con gli altri. Sappiamo che la comunicazione non è fatta soltanto di parole, ma comprende anche tutto quello che riguarda il non verbale. Avrete sicuramente sentito parlare del tono della voce, dell'espressione facciale e dell'atteggiamento con cui ci rivolgiamo all'altro per spiegarci e farci capire. Tutte queste cose, al di là delle parole, hanno quindi l'obiettivo di trasmettere le emozioni di chi parla ma anche di chi ascolta.

Partendo da questo presupposto non è quindi sufficiente conoscere i principi della comunicazione per saper comunicare.

Se è vero che eventi di vita stressanti, con un forte carico emotivo, possono rendere più difficile poter intrattenere delle comunicazioni sane, va anche considerato che non c'è solo questo. È evidente che sia necessario prestare attenzione per riconoscere di star attraversando momenti particolarmente stressanti, ma oltre a questo, è utile riflettere se le nostre modalità comunicative non siano improntate su una modalità aggressiva, in quanto questo ci metterebbe a rischio di compromettere le nostre relazioni. Il pericolo infatti è quello di innescare delle vere e proprie escalation, senza esclusione di colpi, per portare la ragione dalla nostra piuttosto che aprirci al dialogo.  In questo caso si verifica una vera e propria reazione di chiusura, non riusciamo a metterci nei panni dell'altro, non tentiamo di capire quello che ci sta dicendo ma ci trinceriamo nella sicurezza di conoscere la verità. Quando le persone si chiudono e smettono di comunicare spesso le emozioni sperimentate sono di incomprensione e sfiducia reciproca. Mancando lo scambio, la comunicazione smette di essere nutriente.

Come fare quindi affinché questo non avvenga?

La prima cosa da fare è avere chiaro quello che vogliamo dire, che vogliamo comunicare e qual è l'obiettivo della nostra comunicazione. Questo è sicuramente un ottimo punto di partenza per poter impostare una comunicazione efficace e sana, in quanto ci permette di esplorare le emozioni alla base di quel che diciamo e ciò che vogliamo promuovere. Come abbiamo detto, quando tentiamo di comunicare, non ci rifacciamo all'uso delle sole parole, ma all'interno del non verbale celiamo i bisogni personali e la nostra sfera emotiva. Una volta chiariti a noi stessi quali siano gli obiettivi comunicativi, ma anche gli aspetti emotivi che intendiamo portare avanti, è necessario aprirsi ad un ascolto attivo verso l'altro, dove per ascolto attivo si intende la capacità di prestare attenzione agli altri per comprenderne il punto di vista senza giudicare. Se non ci fosse l'ascolto attivo verrebbe meno una comunicazione bidirezionale e il tutto si ridurrebbe ad un monologo. Una volta che ci siamo connessi all'altro, diviene fondamentale anche promuovere una comunicazione assertiva, piuttosto che aggressiva, favorendo la capacità di esprimere le proprie idee in modo aperto ma adeguato, in un atteggiamento di cooperazione piuttosto che di prevaricazione. 

È vero, non è sempre facile promuovere un ascolto attivo e una comunicazione assertiva ma ci si può provare e si può migliorare. Più tentiamo di conoscerci, di capire quali sono le nostre parti più sensibili e più possiamo lavorare su una comunicazione assertiva ed efficace.

Per concludere, quando le persone si relazionano in base al modello dello scambio, dove viene concesso reciprocamente all'altro il diritto di essere libero di avere un'idea diversa, delle emozioni diverse all'interno di una relazione, si è in grado di offrire e di ricevere, concedendosi di accettare o rifiutare le proposte dell'altro. Su questo si fonda anche l'idea che è possibile fidarsi dell'altro pur mantenendo punti di vista diversi. Una modalità opposta invece è quando impostiamo la nostra comunicazione sul controllo, cercando di imporre la nostra volontà. Si tende a credere che il nostro punto di vista sia l'unico giusto senza provare a immaginare un punto di vista alternativo.

Quindi come fare per non cadere in modalità sbagliate?

Probabilmente possiamo immaginare che ognuno di noi sappia che il modello ideale di relazione e comunicazione da seguire sia quello dello scambio reciproco, ma allo stesso modo con tutta onestà ci si renderà conto che non sempre siamo in grado di percorrere questa strada. Ci possono essere dei momenti in cui la nostra fiducia negli altri è meno forte, oppure diversamente può accadere che alcune discussioni ci tocchino emotivamente più di altre ed è quindi più probabile cadere in modalità comunicative fondate sul controllo piuttosto che sullo scambio. È in questi momenti che può capitare di alzare i toni, alzare la voce ed utilizzare modalità manipolatorie che niente hanno a che fare con una modalità di comunicazione aperte e di scambio, quanto piuttosto di chiusura e protezione in un'unica verità, la nostra. Proprio in questi momenti è necessario rispolverare una maggior consapevolezza sui propri aspetti emotivi, su un ascolto attivo e su una comunicazione volta a trovare nuovi punti di incontro e riflessione. Magari potremmo scoprire qualcosa di nuovo, o forse no, ma almeno ci avremmo provato.